
Influenza: una patologia che torna puntuale ogni anno con l’arrivo della stagione fredda. Quando le temperature iniziano a scendere e le giornate si accorciano, il nostro organismo si trova ad affrontare non solo il clima rigido, ma anche il ritorno delle malattie di stagione. Tra queste, l’influenza rappresenta senza dubbio la più diffusa e, potenzialmente, la più insidiosa. Non si tratta di un semplice raffreddore: è una vera malattia infettiva che colpisce milioni di persone ogni anno. In questo articolo scopriremo gli agenti virali responsabili (Influenza A, B e C), i sintomi per riconoscerla tempestivamente, le cure disponibili e il ruolo fondamentale del vaccino antinfluenzale nella prevenzione.
- Cos’è l’influenza
- Epidemiologia dell’influenza
- I virus dell’influenza: struttura e variabilità
- Come si trasmette l’influenza
- Sintomi dell’influenza
- Prevenzione: strategie efficaci contro l’influenza
- Terapia di supporto e gestione dei sintomi dell’influenza
- Farmaci sintomatici per il trattamento dell’influenza
- Cosa evitare assolutamente in caso di influenza?
- Complicanze dell’influenza e segnali d’allarme
- Quando consultare immediatamente il medico?
- Quando recarsi al Pronto Soccorso?
- Sicurezza del vaccino antinfluenzale
- Controindicazioni alla vaccinazione antinfluenzale
- Influenza e COVID-19: similitudini e differenze
- Miti e false credenze sull’influenza
- Conclusioni
- Fonti scientifiche e bibliografia
- Raccomandazioni finali
Cos’è l’influenza
L’influenza è una malattia infettiva acuta delle vie respiratorie causata da virus appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae, specificamente dai generi Influenza A, B e in misura molto minore C. Questi agenti patogeni circolano prevalentemente durante i mesi freddi dell’anno, dando origine alle cosiddette epidemie stagionali che, nell’emisfero settentrionale, raggiungono il picco tra dicembre e febbraio.
A differenza di un comune raffreddore, l’influenza si caratterizza per un esordio brusco e una sintomatologia sistemica più intensa, che coinvolge non solo le vie respiratorie ma l’intero organismo. Nella maggior parte dei casi la malattia si risolve spontaneamente nell’arco di una settimana, ma non va sottovalutata: in determinate categorie di popolazione può evolvere in complicanze gravi, tra cui polmoniti virali o batteriche secondarie, insufficienza respiratoria acuta, peggioramento di patologie croniche preesistenti e, nei casi più severi, il decesso.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’influenza stagionale è responsabile ogni anno di 3-5 milioni di casi gravi a livello globale e di circa 290.000-650.000 decessi associati a complicanze respiratorie. Questi numeri sottolineano l’importanza di considerare l’influenza non come una banale malattia invernale, ma come un problema di sanità pubblica che richiede strategie preventive efficaci e una gestione clinica appropriata.
Epidemiologia dell’influenza
L’influenza ha un impatto epidemiologico rilevante in tutto il mondo. Per questo motivo, esistono sistemi di sorveglianza internazionali, coordinati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che monitorano costantemente la circolazione dei ceppi virali, permettendo di aggiornare annualmente la composizione dei vaccini e di identificare precocemente eventuali varianti pandemiche.
Negli Stati Uniti, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) stima che ogni stagione influenzale provochi tra i 9 e i 41 milioni di casi sintomatici, con 140.000-710.000 ricoveri ospedalieri e 12.000-52.000 decessi, a seconda della gravità della stagione e dei ceppi circolanti. Nella stagione 2021-2022, dopo la riduzione dei casi legata alle misure anti-COVID-19, si è osservato un ritorno dell’attività influenzale con circa 9 milioni di malati, 100.000 ricoveri e 5.000 decessi.
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) coordina il sistema di sorveglianza RespiVirNet – Sorveglianza integrata dei virus respiratori, che raccoglie dati settimanali sia sull’incidenza delle sindromi influenzali, che di quelle causate da altri virus respiratori.. Le statistiche italiane mostrano che ogni anno vengono colpiti mediamente 4-5 milioni di italiani, con picchi di incidenza che variano tra il 5% e il 15% della popolazione generale. Le fasce d’età più colpite sono i bambini sotto i 5 anni e gli anziani sopra i 65 anni, che rappresentano anche le categorie a maggior rischio di ospedalizzazione.
L’impatto economico dell’influenza è considerevole: oltre ai costi sanitari diretti (visite mediche, farmaci, ricoveri), si sommano quelli indiretti legati alle assenze lavorative e scolastiche, con una stima di perdita di produttività che in Italia supera il miliardo di euro ogni stagione influenzale.
I virus dell’influenza: struttura e variabilità
I virus influenzali sono classificati in base alle loro glicoproteine di superficie: l’emoagglutinina (HA) e la neuraminidasi (NA). Queste proteine sono fondamentali sia per l’infezione cellulare sia come bersagli della risposta immunitaria. Sono caratterizzate da una continua mutazione evolutiva. che rappresenta la principale sfida nella lotta contro l’influenza.
Virus Influenza A
Il virus A è il più rilevante dal punto di vista clinico ed epidemiologico. È classificato in sottotipi in base alle varianti di HA (18 sottotipi: H1-H18) e NA (11 sottotipi: N1-N11). I sottotipi che circolano attualmente nell’uomo sono principalmente H1N1 e H3N2.
Il virus A ha un ampio spettro di ospiti (uomo, uccelli, suini, cavalli) e questa caratteristica favorisce il riassortimento genetico: quando due virus diversi infettano la stessa cellula, possono scambiarsi segmenti di RNA generando nuove varianti potenzialmente pandemiche. È quanto accaduto con la pandemia del 2009 (H1N1pdm09) e con le grandi pandemie storiche del 1918 (Spagnola), 1957 (Asiatica) e 1968 (Hong Kong).
Virus Influenza B
Il virus B infetta quasi esclusivamente l’uomo e si divide in due lineaggi principali: B/Victoria e B/Yamagata. Pur essendo meno soggetto a variazioni antigeniche rispetto al tipo A, causa comunque epidemie stagionali significative, soprattutto tra i bambini e gli adolescenti.
È interessante notare che, dal 2020, a seguito della pandemia di COVID-19 e delle misure di contenimento, il lineaggio B/Yamagata sembra essere scomparso dalla circolazione, un evento senza precedenti nella storia della virologia influenzale.
Virus Influenza C
Il virus C, invece, provoca infezioni sporadiche e generalmente asintomatiche o molto lievi, prevalentemente nei bambini. Per questo motivo, non ha rilevanza epidemiologica significativa e non è incluso nei vaccini stagionali.
Deriva e shift antigenico
I virus influenzali mutano continuamente attraverso due meccanismi principali:
- Deriva antigenica (antigenic drift): si tratta dell’accumulo graduale di mutazioni puntiformi nei geni che codificano per HA e NA, che consente al virus di sfuggire parzialmente alla risposta immunitaria. Di conseguenza, questo fenomeno spiega perché l’influenza ritorna ogni anno e perché il vaccino deve essere aggiornato annualmente.
- Shift antigenico (antigenic shift): rappresenta invece un cambiamento radicale dovuto al riassortimento genetico tra virus di diversa origine (umana, aviaria, suina), che può dare origine a un nuovo sottotipo contro cui la popolazione non ha immunità. Pertanto, questo meccanismo è alla base delle pandemie influenzali.
Come si trasmette l’influenza
La trasmissione del virus influenzale avviene principalmente attraverso tre modalità:
1. Via aerea diretta
Quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla, emette nell’ambiente migliaia di droplet (goccioline di diametro superiore a 5 micron) contenenti particelle virali. Di conseguenza, queste goccioline possono raggiungere le mucose respiratorie di persone nelle immediate vicinanze (entro 1-2 metri), determinando l’infezione. Questa è la principale via di contagio in ambienti affollati come scuole, uffici, mezzi pubblici e ospedali.
2. Via aerosol
Oltre alle droplet, il virus può essere veicolato da aerosol (particelle di diametro inferiore a 5 micron) che rimangono sospese nell’aria per periodi più lunghi e possono diffondersi anche a distanze maggiori, soprattutto in ambienti chiusi e poco ventilati. Questo meccanismo è stato rivalutato negli ultimi anni e contribuisce a spiegare i focolai in ambienti confinati.
3. Contatto con superfici contaminate
Il virus può sopravvivere su superfici inanimate (maniglie, tastiere, telefoni, tessuti) per ore o giorni, a seconda delle condizioni ambientali. Il contagio avviene quando ci si tocca bocca, naso o occhi con mani contaminate. Per questo motivo l’igiene delle mani rappresenta una misura preventiva fondamentale.
Periodo di incubazione e contagiosità
Dopo l’esposizione al virus, il periodo di incubazione dura mediamente 1-4 giorni (range 1-7 giorni). Un aspetto critico è che le persone infette diventano contagiose già 24 ore prima della comparsa dei sintomi e rimangono tali per circa 5-7 giorni negli adulti, mentre nei bambini e nei soggetti immunocompromessi la contagiosità può prolungarsi fino a due settimane. Questo spiega perché l’influenza si diffonde così rapidamente: molte persone trasmettono il virus quando ancora non sanno di essere malate.
Sintomi dell’influenza
L’influenza si distingue dal comune raffreddore per l’esordio improvviso e la gravità dei sintomi sistemici. La malattia si manifesta tipicamente con un quadro clinico caratterizzato da:
Sintomi sistemici
- Febbre alta: generalmente superiore a 38°C, spesso con picchi fino a 39-40°C, che insorge rapidamente e persiste per 3-5 giorni
- Brividi intensi: sensazione di freddo marcato accompagnata da tremori
- Astenia severa: profonda stanchezza e debolezza che può essere debilitante
- Mialgie e artralgie: dolori muscolari diffusi (soprattutto a schiena, gambe, braccia) e dolori articolari
- Cefalea: mal di testa intenso, spesso frontale o retro-orbitario
- Malessere generale: sensazione di prostrazione e spossatezza
Manifestazioni respiratorie
- Tosse secca e persistente: inizialmente stizzosa, può diventare produttiva nelle fasi successive
- Faringodinia: mal di gola con arrossamento della mucosa faringea
- Rinorrea o congestione nasale: naso che cola o chiuso
- Dispnea: sensazione di difficoltà respiratoria, più comune negli anziani e nei soggetti con patologie respiratorie
Sintomi gastrointestinali
- Nausea, vomito e diarrea: più frequenti nei bambini e occasionalmente negli adulti, soprattutto con il virus B
Decorso clinico
Nella maggior parte dei casi, i sintomi acuti si risolvono nell’arco di 5-7 giorni, anche se la tosse e l’astenia possono persistere per 2-3 settimane (sindrome post-influenzale). Durante la fase di recupero è importante rispettare i tempi di convalescenza per evitare ricadute o sovrainfezioni batteriche.
Diagnosi differenziale
È importante distinguere l’influenza da altre infezioni respiratorie virali (rinovirus, coronavirus, virus respiratorio sinciziale, adenovirus) che possono causare sintomi simili ma generalmente più lievi. La diagnosi di certezza si ottiene con test molecolari (RT-PCR) o test antigenici rapidi su tampone nasofaringeo, ma nella pratica clinica la diagnosi è spesso clinica, basata sul quadro sintomatologico e sul contesto epidemiologico.
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Prevenzione: strategie efficaci contro l’influenza
La vaccinazione antinfluenzale: pietra angolare della prevenzione
La vaccinazione annuale rappresenta lo strumento più efficace per prevenire l’influenza e le sue complicanze. I vaccini influenzali stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi contro le proteine di superficie del virus (principalmente emoagglutinina), conferendo protezione prima dell’esposizione al patogeno.
Composizione e aggiornamento dei vaccini
Ogni anno, l’OMS, basandosi sui dati di sorveglianza virologica globale, raccomanda la composizione del vaccino per l’emisfero settentrionale e meridionale. I vaccini attualmente disponibili sono:
- Vaccini trivalenti: contengono due ceppi di virus A (H1N1 e H3N2) e un ceppo di virus B
- Vaccini quadrivalenti: contengono due ceppi di virus A e due lineaggi di virus B (Victoria e Yamagata), offrendo una protezione più ampia
Esistono inoltre formulazioni specifiche:
- Vaccini ad alto dosaggio: per anziani sopra i 65 anni, con quantità quadrupla di antigene per compensare l’immunosenescenza
- Vaccini adiuvati: contenenti sostanze (come MF59) che potenziano la risposta immunitaria, particolarmente utili negli anziani
- Vaccini su colture cellulari o ricombinanti: alternative ai tradizionali vaccini su uova, con minori problemi di adattamento dei ceppi
Efficacia vaccinale
L’efficacia del vaccino antinfluenzale varia ogni anno in base a diversi fattori: corrispondenza tra ceppi vaccinali e circolanti, età e stato immunitario del soggetto vaccinato, tipo di vaccino utilizzato.
Le meta-analisi mostrano che la vaccinazione riduce:
- Il rischio di contrarre l’influenza del 40-60% negli adulti sani
- Il rischio di ospedalizzazione del 50-60% negli anziani
- Il rischio di complicanze gravi e decesso del 75-80% nelle categorie fragili
- Le assenze scolastiche nei bambini e lavorative negli adulti
Studi recenti, tra cui quello pubblicato su Vaccine nel 2024, confermano che anche quando l’efficacia contro l’infezione è moderata, il vaccino mantiene un’eccellente protezione contro le forme gravi di malattia che richiedono ospedalizzazione.
Chi deve vaccinarsi
Il Ministero della Salute italiano e l’ISS raccomandano fortemente la vaccinazione per:
- Anziani: tutte le persone di età ≥ 60 anni
- Bambini ad alto rischio: dai 6 mesi in su con patologie croniche (asma, cardiopatie, diabete, malattie neurologiche, immunodeficienze)
- Donne in gravidanza: in qualsiasi trimestre, per proteggere sia la madre sia il neonato nei primi mesi di vita
- Adulti con patologie croniche: malattie respiratorie, cardiovascolari, renali, epatiche, metaboliche, neoplasie, HIV
- Personale sanitario e sociosanitario: per proteggere sé stessi e i pazienti fragili
- Caregiver: persone che assistono soggetti ad alto rischio
- Personale di servizi essenziali: forze dell’ordine, vigili del fuoco, trasporti pubblici
La vaccinazione è gratuita per le categorie a rischio ed è consigliabile effettuarla tra ottobre e dicembre, prima dell’inizio della circolazione virale, anche se rimane utile vaccinarsi anche più tardi nella stagione.
Sicurezza del vaccino
Il vaccino antinfluenzale ha un profilo di sicurezza eccellente, documentato da decenni di utilizzo su centinaia di milioni di persone. Gli effetti collaterali più comuni sono:
- Reazioni locali (30-40% dei vaccinati): dolore, rossore, gonfiore nel sito di iniezione, che si risolvono in 1-2 giorni
- Reazioni sistemiche lievi (10-15%): febbre modesta, malessere, mialgie per 24-48 ore
- Reazioni gravi (meno di 1 caso su 1.000.000): anafilassi, che può essere gestita prontamente se la vaccinazione avviene in setting appropriati
La sindrome di Guillain-Barré, rara patologia neurologica, è stata associata al vaccino influenzale con un’incidenza stimata di 1-2 casi per milione di vaccinati, un rischio estremamente basso e nettamente inferiore al rischio associato all’influenza stessa.
Misure di igiene e comportamentali
Oltre alla vaccinazione, alcune pratiche quotidiane riducono significativamente il rischio di contagio:
Igiene delle mani
Lavare frequentemente le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi, soprattutto dopo aver tossito/starnutito, prima di mangiare, dopo aver toccato superfici comuni. In alternativa, utilizzare soluzioni idroalcoliche con concentrazione di alcol ≥ 60%, efficaci contro il virus influenzale che, essendo rivestito da un involucro lipidico, viene rapidamente inattivato dall’alcol.
Etichetta respiratoria
- Coprire bocca e naso con un fazzoletto monouso quando si tossisce o starnutisce, e smaltirlo immediatamente
- In assenza di fazzoletto, tossire o starnutire nella piega del gomito, non nelle mani
- Evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con mani non lavate
Distanziamento e isolamento
- Mantenere una distanza di almeno 1-2 metri da persone con sintomi respiratori
- Se malati, rimanere a casa fino alla risoluzione della febbre (almeno 24 ore senza febbre senza l’uso di antipiretici) per evitare di contagiare altre persone
- Evitare luoghi affollati durante i picchi epidemici, soprattutto per le categorie fragili
Ventilazione degli ambienti
Arieggiare frequentemente gli ambienti chiusi (abitazioni, uffici, aule scolastiche) aprendo le finestre per 10-15 minuti più volte al giorno riduce la concentrazione di particelle virali nell’aria e il rischio di trasmissione.
Uso delle mascherine
In situazioni di particolare affollamento o quando si assiste una persona malata, l’uso di mascherine chirurgiche o FFP2 può contribuire a ridurre il rischio di trasmissione, bloccando le droplet emesse durante la respirazione, la fonazione e la tosse.
Terapia di supporto e gestione dei sintomi dell’influenza

L’influenza è una malattia autolimitante causata da un virus, pertanto non esiste una “cura” che elimini direttamente il patogeno nella maggior parte dei casi. L’approccio terapeutico si basa principalmente sul trattamento sintomatico e sul supporto delle difese immunitarie naturali, con l’obiettivo di alleviare i disturbi e prevenire le complicanze.
Riposo
Il riposo assoluto è fondamentale nei primi giorni di malattia. L’organismo necessita di energia per combattere l’infezione, e l’attività fisica durante la fase acuta può prolungare i sintomi o favorire complicanze. È consigliabile rimanere a letto o comunque limitare drasticamente le attività fino alla risoluzione della febbre.
Idratazione
La febbre alta e la sudorazione causano perdita di liquidi che devono essere reintegrati abbondantemente. Bere almeno 2-2,5 litri al giorno di acqua, tisane calde, brodi vegetali, spremute di agrumi aiuta a mantenere l’idratazione, fluidificare le secrezioni respiratorie e facilitare l’eliminazione delle tossine. Evitare bevande alcoliche che possono interferire con il sistema immunitario e aumentare la disidratazione.
Alimentazione
Durante la fase acuta l’appetito è spesso ridotto; è importante non forzare l’alimentazione ma preferire cibi leggeri, facilmente digeribili e nutrienti:
- Brodi caldi: di carne o vegetali, ricchi di sali minerali e facilmente assimilabili
- Frutta fresca: agrumi (arance, kiwi, pompelmi) ricchi di vitamina C che, pur non prevenendo l’influenza, può contribuire a ridurre moderatamente la durata dei sintomi
- Verdure cotte: carote, zucchine, patate, che forniscono vitamine e fibre
- Cereali integrali e legumi: fonti di energia a lento rilascio
- Miele: con proprietà lenitive per la gola (controindicato nei bambini sotto 1 anno per rischio di botulismo infantile)
Farmaci sintomatici per il trattamento dell’influenza
Antipiretici e analgesici
Paracetamolo (acetaminofene)
È il farmaco di prima scelta per abbassare la febbre e alleviare dolori muscolari e cefalea.
Dosaggio del paracetamolo
- Negli adulti, 500 mg ogni 6-8 ore (massimo 3-4 g/die), limitando il dosaggio da 1000 mg solo ai casi di febbre più alta.
- Nei bambini la dose si riduce a 10-15 mg/kg ogni 6 ore.
È generalmente ben tollerato se usato alle dosi consigliate: il dosaggio finale massimo è sempre di 3 grammi al giorno. Alcuni studi indicano fino a 4 grammi, ma 3 grammi è il limite più recentemente raccomandato per maggiore sicurezza.
Attenzione al rischio di epatotossicità in caso di sovradosaggio o associazione con alcol (l’alcol potenzia enormemente la tossicità del paracetamolo per il fegato).
Puoi consultare un mio articolo dedicato ai farmaci antinfiammatori a questo link.
Ibuprofene
Appartiene alla famiglia dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei). È efficace contro febbre e dolori ma è da usare con cautela in presenza di gastrite, ulcera peptica, insufficienza renale o cardiovascolare. Rispetto al paracetamolo, ha effetto antinfiammatorio, oltre a quello antifebbrile e analgesico.
Dosaggio dell’Ibuprofene
- Adulti e Adolescenti (dai 12 anni in su e peso >40 kg): 200-400 mg ogni 6-8 ore, fino ad un massimo di 1200 mg al giorno. Cominciare sempre con un dosaggio di 200 mg, ed aumentare a 400 mg nelle dosi successive solo se con la dose più bassa la febbre non scende in modo significativo o risale dopo breve tempo.
- Nei bambini, 5-10 mg per chilogrammo di peso corporeo per ogni singola dose, ogni 8 ore, con un limite massimo di 3-4 dosi al giorno. Non assumere ibuprofene per più di 3 giorni per la febbre senza consultare un medico.
Attenzione: nei bambini e adolescenti con influenza è controindicato l’acido acetilsalicilico (aspirina) per il rischio di sindrome di Reye, rara ma grave complicanza epatica e neurologica.
Il ketoprofene, invece, non è consigliato per il trattamento della febbre.
Farmaci per i sintomi respiratori
- Antitosse: farmaci sedativi della tosse (destrometorfano, oppure, su prescrizione medica, codeina) possono essere utili in caso di tosse secca e stizzosa che impedisce il riposo, ma vanno evitati se la tosse è produttiva (con espettorato), poiché il riflesso della tosse aiuta a eliminare le secrezioni.
- Mucolitici ed espettoranti: acetilcisteina, carbocisteina, bromexina facilitano la fluidificazione e l’eliminazione del muco, utili quando la tosse diventa produttiva. L’efficacia è modesta e l’idratazione abbondante rimane il miglior “mucolitico”.
- Decongestionanti nasali: spray o gocce a base di xilometazolina, ossimetazolina riducono la congestione nasale restringendo i vasi sanguigni della mucosa. Utilizzare per periodi brevi (massimo 3-5 giorni) per evitare l’effetto rebound (rinite medicamentosa). Soluzioni saline o lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica sono alternative sicure e prive di effetti collaterali.
Farmaci antivirali specifici per l’influenza
Gli antivirali sono farmaci che agiscono direttamente contro il virus influenzale, inibendone la replicazione. Attualmente i farmaci disponibili UNICAMENTE SOTTO PRESCRIZIONE MEDICA sono:
Inibitori della neuraminidasi
- Oseltamivir (Tamiflu®): somministrato per via orale, dosaggio 75 mg due volte al giorno per 5 giorni negli adulti
- Zanamivir (Relenza®): somministrato per via inalatoria, 10 mg (2 inalazioni) due volte al giorno per 5 giorni
Questi farmaci sono efficaci sia contro il virus A che B e possono ridurre la durata dei sintomi di 1-1,5 giorni se iniziati entro le prime 48 ore dall’esordio, diminuire il rischio di complicanze, soprattutto nei pazienti ad alto rischio e ridurre la contagiosità e la carica virale.
Baloxavir marboxil
Un inibitore dell’endonucleasi virale di nuova generazione, somministrato in dose singola (40-80 mg in base al peso corporeo), con meccanismo d’azione diverso e potenzialmente più rapido. È approvato ma ancora poco diffuso in Italia. RICHIEDE PRESCRIZIONE MEDICA.
Quando sono indicati gli antivirali?
Gli antivirali non sono raccomandati di routine per tutti i casi di influenza, ma, SU PRESCRIZIONE MEDICA, sono indicati per:
- Pazienti ospedalizzati con influenza grave
- Soggetti ad alto rischio di complicanze (anziani, immunocompromessi, cardiopatici, pneumopatici, diabetici, donne in gravidanza)
- Forme influenzali complicate da polmonite o insufficienza respiratoria
L’efficacia è massima se il trattamento inizia entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, ma può essere considerato anche oltre questo intervallo nelle forme gravi o nei pazienti ospedalizzati.
Cosa evitare assolutamente in caso di influenza?
Antibiotici
Gli antibiotici non hanno alcuna efficacia contro i virus influenzali. Il loro uso inappropriato:
- Non accelera la guarigione
- Non previene le complicanze batteriche
- Favorisce lo sviluppo di resistenze antibiotiche
- Può causare effetti collaterali (diarrea, candidosi, allergie)
Gli antibiotici sono indicati solo in caso di sovrainfezione batterica documentata o fortemente sospetta, come polmonite batterica secondaria, otite media purulenta, sinusite batterica, su prescrizione medica.
Attività fisica intensa
Riprendere troppo precocemente l’attività sportiva o lavorativa intensa può:
- Prolungare i sintomi e la convalescenza
- Favorire complicanze cardiache (miocardite) in casi rari ma gravi
- Aumentare il rischio di ricadute
È consigliabile attendere almeno una settimana dalla scomparsa della febbre prima di riprendere l’attività sportiva.
Esposizione a freddo e sbalzi termici
Sebbene il freddo non causi direttamente l’influenza (che è dovuta al virus), l’esposizione a temperature rigide può:
- Ridurre temporaneamente l’efficienza delle difese immunitarie delle vie respiratorie
- Favorire vasocostrizione e ridotta clearance mucociliare
- Aumentare il rischio di complicanze respiratorie
Complicanze dell’influenza e segnali d’allarme
Sebbene nella maggior parte dei casi l’influenza si risolva senza conseguenze, in alcuni soggetti può evolvere in complicanze potenzialmente gravi, che rappresentano la principale causa di ospedalizzazione e mortalità associata alla malattia.
Principali complicanze dell’influenza
Complicanze polmonari
- Polmonite batterica secondaria: sovrainfezione batterica (più comunemente da Streptococcus pneumoniae, Staphylococcus aureus, Haemophilus influenzae) che si verifica dopo alcuni giorni di apparente miglioramento. Si manifesta con ricomparsa della febbre, tosse produttiva con espettorato purulento o ematico, dolore toracico.
- Bronchite acuta: infiammazione dei bronchi con tosse produttiva persistente, respiro sibilante.
Complicanze cardiovascolari
L’influenza aumenta significativamente il rischio di:
- Infarto miocardico acuto: il rischio è 6-10 volte superiore nella settimana successiva all’infezione influenzale, probabilmente per l’infiammazione sistemica e l’attivazione della coagulazione
- Miocardite: infiammazione del muscolo cardiaco, rara ma potenzialmente fatale
- Pericardite: infiammazione del pericardio
- Scompenso cardiaco: peggioramento di cardiopatie preesistenti
Complicanze neurologiche
- Encefalite influenzale: rara complicanza con alterazione dello stato di coscienza, convulsioni, deficit neurologici focali
- Sindrome di Guillain-Barré: poliradicoloneurite acuta post-infettiva (più rara dopo influenza che dopo vaccinazione)
- Convulsioni febbrili: soprattutto nei bambini piccoli
Complicanze ORL
- Otite media acuta: molto frequente nei bambini, con otalgia, febbre, possibile perforazione timpanica
- Sinusite acuta: infiammazione dei seni paranasali con dolore facciale, cefalea frontale, secrezione nasale purulenta
- Laringite: con disfonia e possibile dispnea (croup) nei bambini piccoli
Riacutizzazione di patologie croniche
L’influenza può causare gravi peggioramenti in pazienti con:
- Asma e BPCO: crisi broncospastiche, insufficienza respiratoria
- Diabete: scompenso glicemico
- Insufficienza renale cronica: peggioramento della funzionalità renale
- Malattie autoimmuni: riacutizzazioni
Soggetti a maggior rischio di complicanze
Le categorie più vulnerabili includono:
- Anziani oltre i 65 anni: per immunosenescenza e comorbidità
- Bambini sotto i 2 anni: per immaturità immunologica
- Donne in gravidanza: specialmente nel secondo e terzo trimestre, per modificazioni immunologiche e respiratorie
- Pazienti immunocompromessi: oncologici, trapiantati, HIV+, in terapia immunosoppressiva
- Pazienti con patologie croniche: cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, renali, epatiche, neurologiche
- Obesi gravi (BMI ≥ 40): per ridotta capacità respiratoria e stato infiammatorio cronico
Quando consultare immediatamente il medico?
È fondamentale riconoscere i segnali d’allarme che richiedono una valutazione medica urgente:
Negli adulti
- Febbre persistente oltre 4-5 giorni o febbre che ricompare dopo un periodo di miglioramento
- Febbre superiore a 39,5-40°C che non risponde agli antipiretici
- Difficoltà respiratoria (dispnea), respirazione accelerata (tachipnea), dolore toracico durante la respirazione
- Confusione mentale, alterazioni dello stato di coscienza, disorientamento
- Cianosi: colorazione bluastra di labbra, unghie, estremità
- Tosse con espettorato striato di sangue (emoftoe)
- Vomito persistente con incapacità di trattenere liquidi e rischio di disidratazione
- Vertigini importanti, senso di svenimento, difficoltà a stare in piedi
- Dolore o senso di oppressione toracica, palpitazioni
- Peggioramento improvviso dopo un iniziale miglioramento (possibile sovrainfezione batterica)
Nei bambini
- Difficoltà respiratoria: respiro molto rapido o faticoso, rientramenti intercostali (segno di sforzo respiratorio), alitamento delle pinne nasali
- Cianosi o colorito grigiastro della pelle
- Irritabilità estrema o al contrario letargia, difficoltà a svegliarsi, scarsa reattività
- Rifiuto di bere o di mangiare con segni di disidratazione (bocca secca, assenza di lacrime, ridotta produzione di urina)
- Febbre alta nei neonati sotto i 3 mesi (≥38°C): richiede sempre valutazione medica immediata
- Convulsioni (anche febbrili)
- Persistenza della febbre oltre 3-4 giorni
- Eruzioni cutanee (petecchie, macchie che non scompaiono alla pressione)
Quando recarsi al Pronto Soccorso?
Alcune situazioni richiedono l’accesso immediato al Pronto Soccorso:
- Grave difficoltà respiratoria con impossibilità a parlare o camminare
- Dolore toracico intenso suggestivo di infarto o embolia polmonare
- Alterazioni dello stato di coscienza, convulsioni
- Cianosi marcata
- Segni di grave disidratazione (in particolare nei bambini e negli anziani)
Sicurezza del vaccino antinfluenzale
La sicurezza del vaccino antinfluenzale è stata oggetto di studi approfonditi e monitoraggio continuo per decenni. I sistemi di farmacovigilanza nazionali e internazionali raccolgono e analizzano costantemente i dati sulle reazioni avverse, garantendo un profilo di sicurezza tra i più documentati nel panorama vaccinale.
Reazioni comuni e lievi
Le reazioni avverse più frequenti sono locali e sistemiche lievi, che si manifestano nel giro di poche ore dalla vaccinazione e si risolvono spontaneamente entro 1-2 giorni:
Reazioni locali (20-40% dei vaccinati)
- Dolore nel sito di iniezione: reazione più comune, di intensità lieve-moderata
- Arrossamento e gonfiore: intorno al punto di inoculo, generalmente di estensione limitata
- Indurimento (nodulo sottocutaneo): transitorio, riassorbimento in pochi giorni
Questi sintomi sono espressione della risposta infiammatoria locale che accompagna l’attivazione del sistema immunitario e non indicano un problema ma anzi che il vaccino sta stimolando le difese dell’organismo.
Reazioni sistemiche lievi (10-15% dei vaccinati)
- Febbricola: temperatura fino a 38-38,5°C per 24-48 ore
- Malessere generale: sensazione di stanchezza, “giù di tono”
- Mialgie: dolori muscolari lievi, simili a quelli influenzali ma molto più attenuati
- Cefalea: mal di testa transitorio
- Nausea: occasionale
È importante sottolineare che questi sintomi non rappresentano l’influenza (il vaccino non può causare la malattia perché contiene virus inattivati o solo componenti virali) ma una risposta fisiologica all’attivazione immunitaria, di intensità nettamente inferiore rispetto alla vera influenza.
Reazioni rare e gravi
Le reazioni avverse gravi sono estremamente rare e attentamente documentate:
Reazioni allergiche
- Reazioni allergiche lievi (orticaria, prurito): 1-2 casi ogni 100.000 dosi
- Anafilassi: reazione allergica grave e potenzialmente pericolosa, con incidenza stimata di 1-1,3 casi per milione di dosi somministrate. Si verifica generalmente entro 15-30 minuti dalla vaccinazione, quando il paziente è ancora presso il centro vaccinale, dove è disponibile l’equipaggiamento per il trattamento d’emergenza con adrenalina. La mortalità per anafilassi post-vaccinale è eccezionalmente rara con gestione appropriata.
Le reazioni allergiche sono generalmente legate a componenti del vaccino, in primo luogo alle proteine dell’uovo. Infatti i vaccini tradizionali sono prodotti su embrioni di pollo, ma il contenuto residuo di proteine dell’uovo è minimo. Le linee guida attuali affermano che anche le persone con allergia all’uovo possono ricevere il vaccino antinfluenzale senza particolari precauzioni, salvo forme allergiche gravi (shock anafilattico all’uovo), per le quali esistono vaccini alternativi su colture cellulari o ricombinanti.
Sindrome di Guillain-Barré (GBS)
La sindrome di Guillain-Barré è una rara poliradicoloneurite autoimmune caratterizzata da debolezza muscolare progressiva, parestesie, possibile paralisi. L’associazione tra vaccino influenzale e GBS è stata studiata intensivamente dopo il 1976, quando si osservò un lieve aumento di casi con il vaccino contro l’influenza suina.
I dati attuali indicano che:
- L’incidenza di GBS dopo vaccinazione antinfluenzale è stimata in circa 1-2 casi per milione di persone vaccinate
- L’influenza stessa aumenta il rischio di GBS molto di più della vaccinazione (4-7 volte)
- Il beneficio della vaccinazione supera ampiamente il rischio anche considerando questa rara complicanza
- La GBS può verificarsi anche spontaneamente, con un’incidenza basale di 1-2 casi per 100.000 persone all’anno
Altre reazioni rare
Sono stati segnalati casi isolati di:
- Trombocitopenia (riduzione delle piastrine): molto rara
- Vasculite: estremamente rara
- Nevrite ottica: casi aneddotici
Monitoraggio della sicurezza
La sicurezza dei vaccini influenzali è costantemente monitorata attraverso:
- Sistemi di farmacovigilanza passiva: raccolta di segnalazioni spontanee (in Italia: Rete Nazionale di Farmacovigilanza)
- Studi di sorveglianza attiva: follow-up sistematico di coorti di vaccinati
- Studi caso-controllo e di coorte: per valutare l’associazione tra vaccinazione e eventi avversi
- Meta-analisi: che sintetizzano i dati di sicurezza da migliaia di studi
Una revisione sistematica pubblicata su Expert Review of Vaccines nel 2018 e studi successivi confermano che il profilo di sicurezza del vaccino antinfluenzale è eccellente, con un rapporto rischio-beneficio fortemente a favore della vaccinazione per tutte le categorie raccomandate.
Vaccini e popolazioni speciali
Donne in gravidanza
La vaccinazione antinfluenzale è sicura in qualsiasi trimestre di gravidanza e fortemente raccomandata. Gli studi non hanno evidenziato aumenti di rischio per:
- Aborto spontaneo
- Malformazioni congenite
- Parto pretermine
- Basso peso alla nascita
Al contrario, la vaccinazione protegge sia la madre (a maggior rischio di complicanze influenzali in gravidanza) sia il neonato nei primi mesi di vita attraverso il trasferimento di anticorpi transplacentari.
Bambini
Il vaccino è sicuro a partire dai 6 mesi di età. I bambini sotto i 9 anni mai vaccinati in precedenza necessitano di due dosi a distanza di 4 settimane per ottenere una risposta immunitaria ottimale.
Anziani
Le formulazioni ad alto dosaggio o adiuvate sviluppate specificamente per gli over 65 hanno dimostrato un profilo di sicurezza paragonabile ai vaccini standard, con una lieve maggiore frequenza di reazioni locali (espressione della maggiore immunogenicità), ma senza aumento di eventi avversi gravi.
Immunocompromessi
Il vaccino è sicuro e particolarmente raccomandato per i pazienti immunodepressi (oncologici, trapiantati, HIV+, in terapia immunosoppressiva), anche se la risposta immunologica può essere ridotta. Sono assolutamente controindicati i vaccini vivi attenuati (spray nasale, non disponibili in Italia), mentre i vaccini inattivati sono sicuri.
Controindicazioni alla vaccinazione antinfluenzale
Le controindicazioni assolute alla vaccinazione antinfluenzale sono molto limitate:
- Reazione allergica grave (anafilassi) a una precedente dose di vaccino antinfluenzale o a un suo componente
- Malattia acuta grave con febbre alta (rimandare la vaccinazione a guarigione avvenuta)
Non sono controindicazioni:
- Allergia all’uovo (anche se grave, esistono formulazioni alternative)
- Malattia lieve (raffreddore senza febbre)
- Terapia antibiotica in corso
- Allattamento
- Storia di sindrome di Guillain-Barré non temporalmente associata a vaccino influenzale precedente
Influenza e COVID-19: similitudini e differenze
Dopo l’emergere della pandemia di COVID-19, è diventato ancora più importante comprendere le differenze e similitudini tra influenza e infezione da SARS-CoV-2, poiché entrambe le malattie possono presentare sintomi sovrapponibili.
Similitudini
- Vie di trasmissione: entrambe si diffondono principalmente per via aerea tramite droplet e aerosol
- Sintomi: febbre, tosse, mal di gola, stanchezza, dolori muscolari possono essere comuni
- Complicanze respiratorie: entrambe possono evolvere in polmonite e insufficienza respiratoria
- Popolazione a rischio: anziani, immunocompromessi, pazienti con comorbidità sono vulnerabili per entrambe le infezioni
Differenze
- Periodo di incubazione: 1-4 giorni per l’influenza, 2-14 giorni (mediana 5) per COVID-19
- Periodo di contagiosità: più breve nell’influenza (5-7 giorni) rispetto a COVID-19
- Trasmissione pre-sintomatica: presente in entrambe ma più prolungata in COVID-19
- Sintomi specifici: l’anosmia (perdita dell’olfatto) e l’ageusia (perdita del gusto) sono caratteristiche di COVID-19, mentre sono rare nell’influenza
- Complicanze trombotiche: più frequenti e gravi in COVID-19
- Long-term effects: il “long COVID” è più frequente e documentato rispetto agli effetti a lungo termine dell’influenza
Co-infezione e sindemia
È possibile contrarre contemporaneamente influenza e COVID-19 (co-infezione), con possibile aumento della gravità. Per questo motivo le autorità sanitarie raccomandano fortemente di vaccinarsi contro entrambe le malattie, soprattutto per le categorie fragili.
Il concetto di “sindemia” (termine che descrive l’interazione sinergica tra epidemie multiple e condizioni socio-economiche) è stato applicato alla co-circolazione di influenza, COVID-19 e virus respiratorio sinciziale (RSV), che possono sovraccaricare simultaneamente i sistemi sanitari durante i mesi invernali.
Miti e false credenze sull’influenza
Nonostante le evidenze scientifiche, persistono alcuni miti che vale la pena sfatare:
“L’influenza è solo un’influenza, non è pericolosa”
FALSO: come abbiamo visto, l’influenza causa ogni anno centinaia di migliaia di morti nel mondo e milioni di ospedalizzazioni. Non va sottovalutata, soprattutto nelle persone fragili.
“Il freddo causa l’influenza”
FALSO: l’influenza è causata da un virus, non dalla temperatura esterna. Il freddo può indebolire temporaneamente alcune difese delle vie respiratorie e favorisce gli assembramenti in ambienti chiusi, ma non è la causa diretta della malattia.
“Il vaccino antinfluenzale può causare l’influenza”
FALSO: i vaccini contengono virus inattivati o solo frammenti proteici virali, incapaci di replicarsi e causare la malattia. Le reazioni sistemiche lievi post-vaccinali sono dovute all’attivazione immunitaria, non a un’infezione.
“Se sono sano e giovane non ho bisogno del vaccino”
PARZIALMENTE FALSO: pur avendo un rischio inferiore di complicanze gravi, anche persone giovani e sane possono sviluppare influenza severa e, vaccinandosi, contribuiscono a proteggere i soggetti fragili riducendo la circolazione virale.
“Il vaccino non serve perché l’influenza cambia ogni anno”
FALSO: è proprio perché il virus cambia che il vaccino viene aggiornato annualmente. Gli studi dimostrano che il vaccino mantiene un’efficacia del 40-60% contro l’infezione e un’efficacia ancora maggiore contro le forme gravi, anche quando la corrispondenza con i ceppi circolanti non è perfetta.
“Gli antibiotici curano l’influenza”
FALSO: gli antibiotici non hanno alcun effetto sui virus. Sono utili solo in caso di sovrainfezione batterica documentata, su prescrizione medica.
“Posso prendere l’influenza dal vaccino”
FALSO: come già detto, il vaccino non può causare l’influenza. È possibile che qualcuno si ammali di influenza poco dopo la vaccinazione perché:
- Era già stato esposto al virus prima che il vaccino facesse effetto (servono 2 settimane per sviluppare immunità)
- Ha contratto un’altra infezione respiratoria (non influenza)
- Ha contratto un ceppo influenzale non coperto dal vaccino (protezione parziale)
Conclusioni

L’influenza rimane una delle malattie infettive più diffuse al mondo e, nonostante i progressi della medicina, continua a rappresentare un importante problema di salute pubblica per l’impatto su morbilità, mortalità e costi socio-sanitari. La sua variabilità antigenica e la capacità di causare periodiche pandemie ne fanno una sfida scientifica ancora aperta.
La prevenzione attraverso la vaccinazione annuale rimane la strategia più efficace, sicura ed economicamente vantaggiosa per ridurre l’impatto dell’influenza stagionale. Il vaccino antinfluenzale ha un profilo di sicurezza eccellente, documentato da decenni di utilizzo su centinaia di milioni di persone, con reazioni avverse gravi estremamente rare e un rapporto rischio-beneficio fortemente favorevole.
Accanto alla vaccinazione, le misure igieniche e comportamentali (lavaggio delle mani, etichetta respiratoria, distanziamento durante i picchi epidemici, ventilazione degli ambienti) costituiscono strumenti semplici ma efficaci per ridurre la trasmissione virale.
La gestione appropriata dei sintomi, il riposo, l’idratazione e l’uso razionale di farmaci sintomatici permettono nella maggior parte dei casi una guarigione completa in 7-10 giorni. È fondamentale evitare l’uso inappropriato di antibiotici, che non hanno alcuna utilità contro i virus e contribuiscono al grave problema globale dell’antibiotico-resistenza.
Il riconoscimento precoce dei segnali d’allarme e il tempestivo ricorso al medico in caso di complicanze possono fare la differenza, soprattutto nelle categorie a rischio (anziani, bambini piccoli, donne in gravidanza, immunocompromessi, pazienti con patologie croniche).
Guardando al futuro, le nuove tecnologie vaccinali (vaccini universali, mRNA) e i sistemi avanzati di sorveglianza epidemiologica potrebbero rivoluzionare la prevenzione e il controllo dell’influenza nei prossimi decenni.
Proteggere se stessi e proteggere gli altri attraverso la vaccinazione non è solo una scelta individuale, ma un atto di responsabilità collettiva che contribuisce a ridurre la circolazione virale e a tutelare i soggetti più vulnerabili della nostra comunità.
Fonti scientifiche e bibliografia
Epidemiologia
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Istituto Superiore di Sanità (ISS). RespiNews Italia – Rapporti di sorveglianza integrata dell’influenza. Disponibile su: https://www.epicentro.iss.it/influenza/flunews
Trattamento della febbre
Kokki, H., & Kokki, M. (2010). Ketoprofen versus paracetamol (acetaminophen) or ibuprofen in the management of fever: results of two randomized, double-blind, double-dummy, parallel-group, repeated-dose, multicentre, phase III studies in children. Clinical drug investigation, 30(6), 375–386. https://doi.org/10.1007/BF03256907
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Wong, T., Stang, A. S., Ganshorn, H., Hartling, L., Maconochie, I. K., Thomsen, A. M., & Johnson, D. W. (2014). Combined and alternating paracetamol and ibuprofen therapy for febrile children. Evidence-based child health : a Cochrane review journal, 9(3), 675–729. https://doi.org/10.1002/ebch.1978
Vaccini
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Trombetta, C. M., Gianchecchi, E., & Montomoli, E. (2018). Influenza vaccines: Evaluation of the safety profile. Human vaccines & immunotherapeutics, 14(3), 657–670. https://doi.org/10.1080/21645515.2017.1423153
European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Seasonal Influenza Vaccination and Antiviral Use in EU/EEA Member States. 2023. https://www.ecdc.europa.eu/en/seasonal-influenza/prevention-and-control
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Darvishian, M., Bijlsma, M. J., Hak, E., & van den Heuvel, E. R. (2014). Effectiveness of seasonal influenza vaccine in community-dwelling elderly people: a meta-analysis of test-negative design case-control studies. The Lancet. Infectious diseases, 14(12), 1228–1239. https://doi.org/10.1016/S1473-3099(14)70960-0
Belongia, E. A., Simpson, M. D., King, J. P., Sundaram, M. E., Kelley, N. S., Osterholm, M. T., & McLean, H. Q. (2016). Variable influenza vaccine effectiveness by subtype: a systematic review and meta-analysis of test-negative design studies. The Lancet. Infectious diseases, 16(8), 942–951. https://doi.org/10.1016/S1473-3099(16)00129-8
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Complicanze
Lafond KE, Nair H, Rasooly MH, et al. Global Role and Burden of Influenza in Pediatric Respiratory Hospitalizations, 1982-2012: A Systematic Analysis. PLoS Med. 2016;13(3):e1001977. https://doi.org/10.1371/journal.pmed.1001977
Kwong JC, Schwartz KL, Campitelli MA, et al. Acute Myocardial Infarction after Laboratory-Confirmed Influenza Infection. N Engl J Med. 2018;378(4):345-353. https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1702090
Raccomandazioni finali
Hai più di 60 anni, una malattia cronica o sei in gravidanza?
Parla con il tuo medico della vaccinazione antinfluenzale: rappresenta la protezione più efficace contro l’influenza e le sue complicanze. La vaccinazione è gratuita per le categorie a rischio e può essere effettuata dal medico di famiglia, presso gli ambulatori delle ASL o in farmacia.
Hai febbre alta da più di 3-4 giorni, difficoltà respiratorie o appartieni a una categoria fragile?
Non aspettare: contatta il tuo medico di fiducia o la Guardia Medica. Una valutazione tempestiva può prevenire complicanze gravi
Proteggi te stesso e gli altri
Lavati spesso le mani, copri naso e bocca quando tossisci o starnutisci, resta a casa se hai sintomi influenzali. Questi semplici gesti riducono significativamente la trasmissione del virus
Informati correttamente
Fai riferimento a fonti scientifiche affidabili (Ministero della Salute, ISS, OMS) e diffida di informazioni non verificate. La corretta informazione è il primo passo per scelte consapevoli in tema di salute.
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